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BIOGRAFIA

I Caravane De Ville nascono nel 2000 dall’incontro tra Sara Piolanti (cantantessa forlivese di matrice blues) e Giovanni Rubbiani (già chitarrista e compositore dei Modena City Ramblers). Nella prima formazione della band entrano Deborah Walker (violoncello), Erik Montanari (chitarra elettrica), Nicola Bonacini (basso) e Michele Mazzieri (batteria). Il gruppo pubblica nel 2001 il primo album dal titolo “Metropolis”, un viaggio attraverso l’epica delle città che mescola sonorità rock, folk, blues, etno. Al disco segue l’attività live della band, con circa 80 concerti in giro per l’Italia.  Nel 2004 esce il secondo album, “Casbah”, in cui vengono accentuate le sonorità etniche anche grazie all’entrata del percussionista Marco Rutelli e alla collaborazione con musicisti maghrebini. Dopo un’altra serie di esibizioni live, nel 2006 il gruppo si scioglie per lasciare spazio a diversi progetti solisti. Nel 2021 la band ha cominciato a lavorare su nuovi brani inediti, che vedranno la luce nei prossimi mesi. Il sound è più orientato verso l’indie rock, con influssi blues e acustici. L’uscita dei nuovi brani è prevista a partire dall’estate sui canali digitali, a cura dell’etichetta Rivertale Productions.

SOCIAL

NUOVE USCITE

IL NUOVO ALBUM "DIETRO LA PORTA"

Con DIETRO LA PORTA” Caravane De Ville affrontano e raccontano una serie di tematiche socio-culturali attuali, che influenzano la società moderna e ne determinano comportamenti e atteggiamenti. Come racconta la band: “È un disco che affronta alcune grandi tematiche del nostro tempo, raccontandole attraverso una serie di storie sbirciate appunto “dietro la porta”. Parla di amore omosessuale, di violenza sulle donne, di George Floyd e Black lives matter, di globalizzazione. Abbiamo scelto di raccontare grandi temi attraverso piccole istantanee di vita, evitando il più possibile gli sloganismi e la retorica. Per dirla con le parole del fotografo Luigi Ghirri, è un album di carezze fatte al mondo”. Un album nato in piena pandemia, figlio degli adattamenti tecnologici a cui le relazioni sociali si sono dovute adattare: “Questo album è nato in modo strano. Lo abbiamo concepito durante il lockdown, lavorando a distanza, scambiandoci file e condividendo impressioni su piattaforme come Zoom. Anche dal punto di vista compositivo il disco è figlio dell’epoca delle piattaforme digitali, che hanno fatto sparire l’idea stessa di album. Lo abbiamo scritto un pezzo dopo l’altro, un singolo dopo l’altro, senza un concept preciso di partenza, ma trovando lungo la strada il filo della narrazione”.